Avv. Armando Costa
Nato a Venezia l’11 luglio 1925. Maturità liceo classico “Maurolico” di Messina nel 1943.
Frequenta i corsi e partecipa alle attività del Teatro Sperimentale Universitario di Messina, con Enrico Fulchignoni, Corrado Ribaudo, Mario Landi, Adolfo Celi, Amerigo Merli ed altri bravi amici e maestri, tutti innamorati del Teatro. Mettendo in scena Piccola Città, Lungo pranzo di Natale di Torton Wilder, l’Antigone di Jean Anhouil, l’Aulularia di Tito Maccio Plauto, Le Nuvole di Aristofane, L’ex Alunno, La Giostra, La Sommossa, L’Anticamera di Giovanni Mosca, Les precieuse ridicules di Molière, Visione di maggio di William Butler Heats, Il Funerale di Luciano Salce, Il sogno e la realtà di Pirandello, i No giapponesi, e tante altre cose che spaziavano nel tempo, riempivano i nostri giorni e le nostre notti, affascinavano la nostra fantasia.
Fondatore e Presidente della Sezione Studenti medi del Liceo Maurolico di Messina del Teatro Sperimentale Universitario del GUF.
1946 - 1947 Tra i fondatori, e gli autori, degli Statuti della Unione Goliardica Italiana (Bologna, Firenze, 1946) e dell’UNURI (Unione Nazionale Universitaria Rappresentativa Italiana, Perugia, 23.12.1947).
1946 -1949 Presidente del Teatro Sperimentale Universitario della Università di
1947 - 1952 Membro della Giunta esecutiva dell’UNURI, Vice Presidente, e
Presidente dell’UNURI, V. Presidente e Presidente dell’UGI
Laureato il 21.7.1947, relatore il prof. Carlo Arturo JEMOLO. Tesi: ”Uso e abuso della patria potestà nella formazione spirituale del figlio“.
Dopo il 1947, e per tutto il tempo dell’attività di politica universitaria, iscritto alla facoltà di Lettere e filosofia e all’Ateneo Lateranense, per il corso di diritto canonico.
Nel periodo in cui è stato Presidente dell’UNURI, (1950 - 1952) ha interrotto l’attività professionale, che aveva iniziato, ritenendo incompatibile l’attività professionale con l’esercizio di una funzione istituzionale di pubblico interesse.
Tra i fondatori del PSDI, Federazione di Messina, nel 1947. Segretario politico della Sezione cittadina Bruno Buozzi, membro del direttivo della Federazione provinciale di Messina, addetto alla Organizzazione provinciale.
Tra il 1947 e il 1948 ha personalmente costituito, - in occasione di altrettanti primi comizi del nuovo Partito, - 117 Sezioni del Partito nella Provincia di Messina (portandosi dietro centinaia di tessere di iscritti al PCI che sono confluiti). Nel corso delle campagne per il referendum nel 1946, per le prime elezioni regionali in Sicilia (1947) e per le elezioni nazionali del 18 aprile 1948 ha tenuto centinaia di comizi in tutta la Sicilia e nella parte meridionale della Calabria.
Iscritto all’albo dei procuratori legali nel 1949, avvocato dal 1953, Cassazionista dal 1961.
Iscritto al Rotary nel 1980, Past President: ha presieduto il Rotary Club Roma Sud-Est negli anni 1993-1994. - É stato insignito del Titolo di PAUL HARRIS FELLOW nel 1995, dal Presidente del Rotary International e dal Presidente degli amministratori della Fondazione Roitary.
Processi tanti, nel suo archivio se ne contavano oltre 11.000.
Tra i più importanti e significativi, ricordava
la difesa di Luigi Dejana (1954), Corte di Assise di Roma (Pres. Tangheri): ottenne, contro il parere di Bruno Cassinelli, l’applicazione dell’art. 116 C.p. e la concessione delle circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate per il delitto di omicidio a scopo di rapina (nel giorno di paga nelle miniere di Allumiere, Tolfa);
tra il 1956 e il 1975 ha partecipato a molti tra i più importanti processi di Corte di Assise con Filippo Ungaro, Remo Pannain, Giacomo Primo Augenti, Giuseppe Pacini, Giuseppe Sotgiu, Giovanni Leone, Alfonso Favino, Giovanni Bovio e alcuni altri grandi avvocati, che lo hanno sempre onorato della loro amicizia e della loro fiducia;
II primo “processo sportivo “celebrato in Italia: come parte civile per il giornalista Giulio Sterlini del “Messaggero“ per corruzione sportiva contro il CATANIA (Soc. sportiva di calcio) che si concluse con la retrocessione dei Catania dalla Serie A alla Serie B, la radiazione del Presidente della Società avv. Rizzo (allora anche V. Presidente Nazionale delle ACLI) e la radiazione dell’arbitro Ugo Sgaramella (unico arbitro radiato nella storia del calcio italiano) (1956 );
il primo processo di disastro aereo (Isola d’Elba, ITAVIA 1963) nel quale fece intervenire volontariamente quale responsabile civile la Soc. ITAVIA, celebrato al Tribunale di Livorno, (condanna), alla Corte di Appello di Firenze, (assoluzione piena) e infine in Cassazione (conferma e rigetto de! ricorso de! P.G. e delle parti civili);
vari processi di corruzione celebrati a Cagliari contro imprenditori e funzionari direttivi dei Genio Civile e delle Opere Marittime con pesantissime condanne in primo grado e assoluzione piena in Corte di Appello e in Cassazione, (1964 -1969);
Vari e ripetuti processi quale difensore della parte civile, P.pe Francesco Alliata di Montereale, contro Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi a Roma, contro l’on. Macaiuso e altri a Palermo, per varie imputazioni di diffamazione e di calunnia, che lo indicavano tra i mandanti della strage di Portella della Ginestra. (1965 - 1979)
il processo c/ Nicola SCIRE’ (1969 - 1973), nel quale l’avv. Vassalli con nobilissimo gesto rinunciò alla difesa in favore dell’avv. Costa, processo concluso in Corte di Assise di Appello con la piena assoluzione del dr. Scirè;
1974 - 1979 il processo dell’ENEL, il miliardo dell’ITALCASSE, Grassini, De Benedetti ed altri, codifensore con l’avv. Pietro Lia
Subito dopo Il processo Garrone, Cameli, Piaggio, Cazzaniga, nel quale difendeva gli imputati Cameli e Piaggio) per corruzione dei petrolieri italiani e delle sette sorelle, nel corso del quale gli allora giovanissimi magistrati Sansa e Almerighi rinvennero nella cassaforte di Garrone un incredibile e interminabile elenco di nomi con (Mike, Anderson = Mich**, Andr***) con accanto le cifre versate e si recarono da Pertini, allora Presidente della Camera, che investì la Commissione parlamentare d’inchiesta.
il processo della Rosa dei Venti (Padova, Verona, Genova} e del golpe Borghese, nel quale l’avv. Luca Ciurlo di Genova volle associarlo nella difesa di Piaggio, arrestato e detenuto a Verona.
il primo processo di esportazione clandestina di valuta (1996) dei noti fratelli armatori e assicuratori di Genova, anche consiglieri di amministrazione del Banco di Roma, sorpresi al confine dalla G.d.F. con centinaia di milioni in contanti in macchina.
1978 la difesa di parte civile della famiglia Occorsio (i colleghi della Procura di Roma lo indicarono alla famiglia insieme a Luciano Revel) nel processo c/ Concutelli alla Corte di Assise (con l’allora giovane P.M. Pier Luigi Vigna) e poi alla Corte di Assise di Appello di Firenze con condanna all’ergastolo per Concutelii, (processo nel quale sia l’avv. Revel che l’avv. Costa rifiutarono gli onorari ed anche il rimborso spese). Processo che gli valse comunque una condanna a morte pronunciata in udienza da Concutelli e notificatagli poi a studio da Ordine Nuovo, con una lettera accompagnata da una pallottola.
Numerosi processi di parte civile contro la mafia a Palermo poiché, infatti, nei processi di mafia accettava sempre e soltanto il ruolo di difensore di parte civile: 30 anni di processi contro alcuni “inafferrabili” e altri, per truffe, falsi, circonvenzione di incapace, patrocinio infedele, estorsioni, omicidi, nonostante l’allora Prefetto di Palermo Vicari lo consigliasse di partire, perché non poteva garantire la sua sicurezza
1979 – 1985 il processo della P2 nel quale, quando Gelli era fuggito all’estero, difese il dr. R***, di Genova, considerato il vice di Gelli. A tale proposito ricordava come nelle stanze 103 e 105 dell’Hotel Excelsior avesse visto sfilare il Gotha dei politici italiani de! Tempo e assistito a riunioni del direttivo nazionale della P2 (uno per ogni regione).
Nel 1984 assiste il CT della nazionale Italiana nel Mundialgate provocato dall’inchiesta di Oliviero Beha (allora a Repubblica) e Roberto Chiodi (Epoca) che accusava la Figc di avere comprato l'accesso al secondo turno dei mondiali dell’82 nella partita terza Italia-Camerun.
… infine (1982 – 1989) la difesa di Tommaso Buscetta accettata solo perché accusava la mafia e rivelava i segreti dell’organizzazione mafiosa (processo nel quale non ebbe avuto una lira, né dallo Stato italiano né dalla DIA, ma che riteneva comunque una esperienza professionale e umana preziosa e irripetibile.
Poi ancora tutti i processi di parte civile contro Negri, contro le Brigate Rosse, i MORO 1, bis, ter, quater, nei quali difese i figli dell’on. Moro, (sino a quando non sopravvennero divergenze e motivi che lo determinarono a rimettere il mandato difensivo) e gli agenti della scorta caduti che difese con passione e impegno civile dal 1982 in poi nonostante il Ministero dell’Interno ritenne di non dover riconoscere né onorari né spese.
Assunse, dal 1965 in poi, gli incarichi di consulente dell’ENTE MAREMMA, del Giornale d’Italia, del Corriere della Sera, di PANORAMA e delle Edizioni Rizzoli, de IL TEMPO, dell’ANSA, del CONI, della FIDAL e di altri Enti e Fondazioni.